stress e insonnia ...un problema di "peso"
Pubblicato il 04/01/2017
Viene definito stress, ogni causa che provochi, con lunghi tempi d’azione, una reazione dannosa all’organismo. Gli stressors possono essere derivanti da fasi del ciclo vitale come nascite, lutti, traslochi, perdita del posto di lavoro, ecc., o da richieste dell’ambiente circostante, percepite come ardue da soddisfare in base alle proprie capacità. Maggiore è la durata del periodo vissuto come “minaccia” per il nostro equilibrio e maggiore il numero dei fattori avversi, peggiori le ripercussioni sul nostro organismo. Ad un equilibrio psicofisico messo in pericolo, ognuno di noi reagisce con differenti comportamenti, tutti tesi a tamponare i fattori di “disturbo” e a riportare equilibrio. Laddove, invece, gli stressors agiscano per lunghi periodi, ecco che è possibile assistere alla comparsa di sintomatologie di varia natura. In questo caso, ci occuperemo degli alterati comportamenti alimentari e del sonno. E’ infatti ormai risaputo come lo stress abbia un impatto forte sui comportamenti alimentari: sotto stress l’organismo esaurisce alcune sostanze nutritive più velocemente, quindi sarebbe importante un maggiore apporto attraverso gli alimenti, ma poiché, sempre a causa dello stress, si attiva anche il sistema nervoso ortosimpatico (con inibizione della produzione di succhi digestivi e della motilità degli organi preposti alla digestione), viene ostacolata la digestione e l’assorbimento degli alimenti.
D’altra parte il cortisolo prodotto, impedisce la produzione del muco gastrico protettivo della mucosa, provocando, nel tempo, seri danni che possono andare da una semplice gastrite ad una ulcerazione vera e propria.
Sempre lo stress, con i suoi ormoni adrenalina, noradrenalina e cortisolo, agisce sia aumentando la quantità di grassi circolanti nel sangue, sia diminuendo la capacità del fegato di metabolizzarli.
Inoltre, spesso, come iniziale e maldestro tentativo di difesa psicologica dagli agenti stressanti, si utilizzano gli alimenti: appare infatti molto semplice, per alcuni, ottenere attraverso il consumo di cibi “ricchi” dal punto di vista edonistico, ossia con alta densità energetica e basso potere saziante, veloci gratificazioni ed al contempo scaricare le emozioni negative come rabbia, paura e nervosismo, grazie a dei fuori pasto. Ciò appare tanto più vero, quanto più il soggetto è solito utilizzare il meccanismo dell’alimentazione in risposta alla fame emotiva, ma soprattutto se il soggetto si sta sottoponendo a dietoterapia con eccessiva restrizione calorica. Coloro i quali sono infatti, già impegnati sul controllo dei processi biologici (fame e sazietà), faticano maggiormente nell'affrontare difficoltà più resistenti alla soluzione di altre.
E’ quindi chiara la correlazione tra stress percepito ed alimentazione volta alla regolazione delle emozioni.
Dalle ultime ricerche scientifiche, è poi emersa una stretta correlazione tra stress, insonnia e sovrappeso. La mancanza di sonno è infatti in grado di alterare la produzione di ormoni che controllano l'appetito: il nostro corpo produce minor leptina e maggior grelina, andando così ad aumentare la richiesta di cibo.
L’insonnia appare quindi correlata ad un maggiore intake quotidiano, spiluccamento e bassa qualità degli alimenti scelti, anche perché la stanchezza e la mancanza di concentrazione giocano il loro ruolo, mentre le maggiori ore di veglia facilitano consumi che non sarebbero effettuati se si stesse riposando. L’insonnia arriva ad influire poi anche sull'attività fisica: un cattivo riposo predispone, ovviamente, a maggiore sedentarietà. In conclusione, il legame tra stress ed errata alimentazione è ormai acclarato, al pari di quello tra scarso riposo notturno ed eccessivo intake. Ciò tanto più se il soggetto stia seguendo una dieta restrittiva o squilibrata od utilizza meccanismi di emotional eating.
La cooperazione tra figure quali quella del medico nutrizionista e quella dello psicoterapeuta (esperto in trattamento dei disturbi del comportamento alimentare e nutrizione del sano), sarebbe pertanto auspicabile in termini di maggiore motivazione, monitoraggio dei comportamenti alimentari e dell’attività fisica, dell’igiene di vita, di un corretto programma dietoterapico e quindi del benessere psicofisico in senso più lato.
( in collaborazione con la dott.ssa Mirna Tora, psicologa, psicoterapeuta)